la mia storia (parte 2)
- mairfit
- 1 giu
- Tempo di lettura: 2 min
🍁 Ancora Canada (Let’s Give It a Shot)
Con un inglese decisamente migliorato sono tornato a Toronto, (si la città mi piace parecchio) questa volta come Personal Trainer con una formazione internazionale, cercando di iniziare lì la mia carriera. Armato del mio CV e di una lista di centri fitness, mi sono dato da fare, ma alla fine nessuno ha voluto farmi da sponsor. Sono tornato alla base, nel piccolo centro fitness di paese, ma non mi sono arreso.
🇦🇺 Australia: Odio e… Amore!
Dopo qualche mese, decisi di ottenere un Working Holiday Visa per l’Australia, deciso a ripartire da lì e a tentare di aprirmi una strada come Personal Trainer a Melbourne.

Voi direte: "Grande, lì sicuramente spaccherai!" E invece, no. Dopo i primi mesi durissimi, in cui cercavo di entrare in vari centri fitness mentre facevo qualsiasi tipo di lavoro, ho dovuto arrendermi. Anche lì nessuno voleva investire su qualcuno con un visto in scadenza.
E’ stato detto: “Non lasciare che il tuo orgoglio si metta tra te e i tuoi obiettivi.”
Ho messo da parte l’orgoglio: c’era da lavorare, i risparmi stavano finendo, e bisognava adattarsi, e in fretta. Ho trovato un lavoro in un ristorante come lavapiatti.
Vorrei dirvi che è stata dura mentalmente: un più che buono inglese, una formazione da Personal Trainer, eppure mi ritrovavo a lavare i piatti in un ristorante italiano nel centro di Melbourne. È vero, le mie ambizioni sono sempre state alte, e partire così era frustrante. Ma la sorpresa è stata che non mi sono mai divertito così tanto in un posto di lavoro. Si lavorava, eh, non fraintendetemi, ma il gruppo in cucina era fantastico, l’atmosfera carica di energia e andare a lavorare per me era veramente divertente.Quando ho dovuto lasciare quel lavoro per una posizione migliore come cameriere in un ristorante rinomato nel quartiere Carlton, mi è dispiaciuto tantissimo.La fortuna non era finita: anche nel nuovo posto di lavoro, nonostante non fosse ciò a cui ambivo, ho trovato una squadra e delle amicizie incredibili che ancora oggi porto nel cuore.
L’Australia è stata un’esperienza a due facce: una prima parte durissima, dal punto di vista mentale, e una seconda in cui ho lasciato il cuore.
Quando dovetti tornare in Italia, qualche lacrima è scesa, e i saluti sono stati estremamente difficili.
Aspettando il volo di ritorno, mi vennero in mente i pensieri, l’ansia e le preoccupazioni di quando ero appena arrivato all’aeroporto Tullamarine: ora invece mi sentivo a casa, e questo grazie alle persone incontrate nel mio cammino. Non vi dimenticherò mai e spero di tornare a trovarvi presto!
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