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la mia storia (parte 1)

  • mairfit
  • 1 giu
  • Tempo di lettura: 2 min

INFANZIA

Mi sento fortunato: faccio esercizio da quando ho memoria. Ricordo la meraviglia di vedere un movimento che, ripetuto nel tempo, diventava sempre più fluido, più forte, più preciso. Era come installare un nuovo software nel cervello: ciò che un tempo sembrava impossibile diventava naturale.

A 7 anni ho iniziato a giocare a calcio. A 11 anni ricordo che finivo la scuola, facevo i compiti, e poi giù in cortile a palleggiare e a provare a calciare, imitando i campioni. Dopo, andavo al campetto con gli amici, tornavo per finire i compiti (mia madre doveva trovarmi sui libri al ritorno dal lavoro), e poi di nuovo al campetto o agli allenamenti ufficiali con la squadra. 

Quando non è stato calcio era basket: a quei tempi guardavo i Pacers di Reggie Miller, poi Kobe e Shaq, e le superstar Vince Carter e Allen Iverson, così, convinsi mio padre a montare un canestro in cortile.


MIEI VENT’ANNI (Prima volta in Canada)

Facciamo un salto in avanti: lo sport e il fitness rimangono la mia passione, ma non ancora la mia professione. Nel 2011 vacanza a Toronto e, tornando in Italia, mi guardo intorno e penso: no, non posso rimanere qui, è tutto troppo piccolo, tutto troppo ristretto. Mi ricordo di essermi detto (nonostante le mie preoccupazioni): “Mettiamo un po’ di pepe alla vita.” 

Così, mi licenziai dal mio lavoro (sicuro) dell’epoca, ottenni un visto Working Holiday, e nel 2012 mi lanciai all’avventura verso Toronto. Il mio inglese era pessimo e non capivo niente; finii per fare un lavoro durissimo come bricklayer (costruttore/muratore). Mi ha insegnato tanto, soprattutto dal punto di vista mentale. Mi dividevo tra il lavoro e i corsi serali di inglese.



Me somewhere in Toronto
Me somewhere in Toronto

Dopo 6 mesi, tornai in Italia, dove mi ritrovai in uno stato mentale deprimente. Mi mancavano i colori, l’atmosfera vigorosa di Toronto, la sua energia e parlare una lingua diversa. Mi sentivo come se io mi fossi evoluto, mentre tutto ciò che mi circondava era rimasto uguale.

Scelgo di seguire la mia passione e inizio la formazione (che tutt’ora continua) che mi avrebbe finalmente portato nel settore del fitness, partendo come semplice istruttore in una palestra del mio paese fino a diventare un Personal Trainer nel centro di Milano.

Aspettate: è stato tutto così semplice? No, no, no... nel mezzo ci sono stati altri tentativi andati male…ve li racconto nella parte 2


 
 
 

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